giovedì, marzo 03, 2011

Amore al margine di una strada


(Versione Audioracconto su Tide Blog - a cura di David Petrosino) 

Ma perché ci siamo dovuti separare? Non lo abbiamo mai fatto io e la mia Germana, mai! Accidenti…
Ma mi fido di lei. L’amo tantissimo e lei mi rende felice con tutto il suo amore. Appena l’ho vista ho provato un’immensa fiducia! Ci sarà una ragione, no? e allora va bene così: aspetto.
Per tante cose si aspetta inutilmente, figurarsi se l’amore di Germana non vale anche l’attesa di un secolo! Mi ama, e questo lo so. E lei sa che l’amo. Lo sa, lo sa.
Che caldo stupido e rumoroso. Quelle cicale… se non la smettono va a finire che me le mangio. Accidenti a loro.
Poco fa c’era odore di pioggia e adesso c’è solo odore di marcio. Ci ho sperato in un po’ d’acqua. Ma per stasera pioverà. Non mi sbaglio mai io.
Che caldo strano. Non mi ricordo di un caldo così. Meno male che ogni tanto arriva una folata d’aria dalla strada. Le macchine corrono così veloci che fanno levare su dei grossi mulinelli d’aria. Folate forti. Eh! Buona scelta il posto. Forse un po’ troppo sotto il sole, ma va bene. C’è questo cartello che si vede da lontano… È più facile. Ho sete… no, forse è fame. Non lo so. Forse è solo l’ansia.
A me Lui non mi è mai piaciuto, anche se facevo finta di niente. Poi lo ha capito. A Germana la faccenda che non mi stesse molto simpatico la faceva ridere. Anche a me, sotto sotto. divertiva.
Non so… non è gelosia, non sono mai stato geloso. Essere geloso di Germana non ha senso.
No, non è gelosia, è qualcosa di strano… quella puzza nascosta dal sapone… un odoraccio mai sentito… è quello che mi lasciava perplesso. Anche Germana l’aveva notato e ci siamo fatti un sacco di risate. Anzi, lei si divertiva quando fingevo di cadere svenuto appena lui passava nelle vicinanze! Arrivava a lacrimare…. Ah, ah, ah, ah… Dio, come mi divertivo. Lui non se n’è mai accorto davvero. Ma come farà a puzzare così?
Un amico.
Un amico è una cosa importante, molto importante.
Per ciò che mi riguarda credo tantissimo nell’amicizia, ma Lui non aveva nulla di un amico.
Né mio, né di Germana.
Si faceva vivo ogni tanto, a malapena mi salutava, mangiava qualcosa con noi e poi spariva. Mi innervosiva solo quando si presentava all’improvviso e per colpa sua si rimandava qualche uscita, o la solita corsetta prima di cena.
Non doveva esagerare, insistere…
Gliel’ho fatto capire bene in più di un’occasione. Ma quello… l’educazione non sa che roba è!
L’altra settimana gli ho levato il viziaccio.
Germana era in doccia. Ci stavamo preparando per fare una corsa in spiaggia e restarci fino a sera.
È il nostro posto segreto, è lì che ci siamo conosciuti. L’ho visto arrivare dal vialetto. Non ho perso tempo e l’ho affrontato come si deve! Se non fosse arrivata la mia Germana… non so che gli avrei fatto! “Idiota!”, “Bestia!”, “Ma vaffanculo!”
Gridava.
Si è pisciato sotto davvero!
La per là ne ero contento.
Bèh, si!… Tocca stabilire certi limiti no?
Però credo di aver esagerato.
Germana era irritata e per la prima volta non abbiamo dormito insieme, nello stesso letto.
Per la prima volta non mi ha rivolto la parola per un paio di giorni, e per la prima volta non mi ha chiesto di accompagnarla al lavoro o di andarla a prendere.
Ma si… magari bastava molto meno per metterlo a posto… ma la voglia di strappargli le palle è stata molto difficile da controllare.
Ieri Germana piangeva. No. Era due… tre giorni fa.
Stiamo insieme da qualche mese, il periodo più bello che ho mai vissuto nella mia vita sbandata, e vederla piangere mi spezza ogni cosa dentro.
Non voglio che pianga, ma sapere che piange per colpa mia… è insopportabile.
Certe cose, per aggiustarsi, richiedono che almeno uno dei due se ne stia un po’ da parte.
L’ho capito.
Non le ho chiesto più nulla, ma la osservavo.
Non ho mai smesso di guardarla negli occhi senza fiatare. Immobile e pronto.
Per lei farei qualunque cosa.
Mi ha fatto provare cosa significa essere amato, così come si è. Brutto, con tutte le mie ferite e i miei ricci sporchi e il mio passato per strada.
Anche io l’amo così com’è. Perciò, se ha bisogno di starsene un po’ da sola, con quello là…
Ma tornerà.
Lo so.
Ne sono sicuro.
Sennò perché mi avrebbe legato a quest’arbusto? Per essere sicura di ritrovarmi qui, no?
Mi sono lasciato legare e le leccavo la mano per non farla piangere più, per farle capire che ho capito. Che avrei aspettato senza lamentarmi, senza abbaiare.
No, non è gelosia.
Anche perché alla fine a quello là ho cominciato anche a volergli bene.
Non so perché.
Anzi… non saprei perché non volergli bene se lei gli vuole bene. Non è gelosia.
Che caldo strano. Non ho più acqua e non pioverà fino a stasera.
Chissà se mi permetterà di dormire ancora con lei.
Ma si.
Quando torna spero che mi porti nella nostra spiaggia.


Nik Redian è la folata di vento di un agosto infernale.

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